Se si parla di comunicazione, una frase come “Se sei ubriaca sei in parte responsabile dello stupro” deve essere accompagnata da una buona dose di buonsenso nella sua esposizione, se non si vuole incorrere in proteste.

Così non è stato per il Comune di Ferrara, che incredibilmente ha pubblicato un post su Facebook e Instagram quasi contraddicendo ogni regola di design e di prudenza nel maneggiare un contenuto tanto sensibile.

La giunta guidata dal leghista Alan Fabbri, ha lanciato sui social questa immagine senza tante spiegazioni, palesemente poco meditata e con pochissima voglia di farsi comprendere: il risultato è stata una shitstorm epocale, la cancellazione e un ridondante post di scuse.

Certo, la frase in oggetto “è un virgolettato”, ma se immagine e testo con esplicitano bene tutti gli elementi – e si presuppone che l’utente debba leggere tutto più volte per cogliere il senso… c’è qualcosa che non va.

Qui trovi una visual story riassuntiva dei punti in oggetto.

“Se sei ubriaca sei in parte responsabile dello stupro”

Se l’immagine del post non aiuta a chiarire né la fonte né in che modo quel post debba essere interpretato, anche la didascalia non va tanto meglio.

testo post stupro ferrara

Scritta in tono essenzialmente neutro, senza alcun modo di comprendere la posizione di – ricordiamolo – un’istituzione pubblica, il testo si limita a ricordare “lo pensano gli italiani” e che arriva da un istituto di statistica.

Senza esprimere niente, nessuna posizione di condanna o un ragionamento critico sulla questione.

Una emoji a forma di X, simbolo di “sbagliato” campeggia dopo la frase “Se sei ubriaca sei in parte responsabile dello stupro”, ma è un po’ poco in termini di lavoro per far capire chiaramente a chi legge cosa significhi il contenuto nel suo complesso.

Qui sta praticamente tutto il problema: non su può mai prescindere dal rendere comprensibile ogni singola componente di un contenuto, soprattutto se tratta di materia sensibile.

La parte visual è assolutamente preponderante oggi, per cui non ci sono giustificazioni nel non rendere immediatamente chiaro in un’immagine il messaggio, e non ci si può riparare dietro il fatto di dover leggere anche un testo di accompagnamento (soprattutto se poi questo aggiunge poco o nulla!)

L’unico caso in cui questa “provocazione” potrebbe essere sostenibile è quello in cui l’autore del post è un soggetto talmente competente in materia o schierato in modo forte, tanto da costituire il suo branding e quindi risultare in partenza inattaccabile.

Comune di Ferrara, cosa ci insegna l’epic fail del post sullo stupro

Ecco gli errori da non commettere quando ci si trova di fronte alla necessità di comunicare un dato – quantomeno – discutibile, controverso o fraintendibile.

1. l’immagine è il piatto forte del contenuto e deve essere leggibile in modo autonomo

Dare per scontato che tutti leggano il testo di una didascalia/post è una leggerezza.

Se non vuoi essere equivocato, devi rendere ogni pezzo della comunicazione di per sé sufficiente a capirne il senso.

Non è vero che la gente non legge. Legge, ma si affida moltissimo al visual e la soglia di attenzione e decodifica è bassa. Questo è un dato di fatto.

2. In una citazione, è essenziale specificare la fonte, o anche il virgolettato può sembrare un tuo pensiero

Le virgolette non bastano. Si deve specificare in modo netto chi ha detto cosa, magari anche quando e dove.

Quando viene trattato un tema particolarmente delicato, come in questo caso, non basta neppure specificare l’autore (ISTAT), ma è quanto mai utile rendere immediatamente chiaro chi dice cosa e perché.

I simboli, inoltre, possono essere sconosciuti a molti utenti.

3. Il testo che accompagna un’immagine deve far capire bene la tua posizione

Non basta una piccola emoji per far comprendere a tutti il concetto di “sbagliato”.

Il testo non può risultare neutro senza chiarire la posizione dell’emittente in merito all’argomento.

Anche perché… altrimenti che cosa pubblichi a fare un contenuto? Solo per riempire uno spazio? La gente deve sapere la tua posizione.

Presentare un dato “freddo” come se fosse esplicativo (di cosa?) non è mai sufficiente.

4. Less is More, ma con criterio!

I contenuti devono essere immediatamente comprensibili.

Le buone regole di design ci insegnano che gli elementi devono essere pochi e chiari.

Ma non per questo dobbiamo rinunciare alla completezza

Pulizia formale + Chiarezza espositiva è la formula giusta.

Giacomo Lucarini
Giacomo Lucarini

Life Coach, Dottore in Tecniche Psicologiche e Specialista in Comunicazione e Marketing. Curioso per passione e con tanta esperienza sul campo. Lettore compulsivo di noir, amo i film d’autore, il cyberpunk e la musica lo-fi. Se senti di avere bisogno di una mano per migliorare la tua vita, sono la persona giusta.

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