Mi siedo qui, nel mio studio silenzioso e tranquillo, all’alba.

Mentre le dita scorrono sulla tastiera, inizio a sentire il brusio incessante del mondo esterno.

E non solo: pian piano arrivano notifiche digitali, email, chiamate, gli SMS…

Un bombardamento di informazioni inutile.

Immagina Sherlock Holmes con un iPhone in tasca: che senso avrebbe ai fini della sua attenzione ai dettagli?

Lo stesso Holmes un giorno disse:

“Il cervello di una persona è come una soffitta vuota, la riempi con i mobili che scegli”.

Lettrici e lettori, è tempo di fare un po’ di pulizia nella nostra soffitta.

Là fuori c’è il caos.

Un bazar di merci varie dove è difficile trovare ciò che davvero vale.

Decidere a cosa prestare attenzione è una sfida titanica.

Ti racconto una storia.

A Francis Crick, che ha realizzato la struttura a doppia elica del DNA, un giorno fu chiesto che cosa ci vuole per vincere il premio Nobel.

La sua risposta fu:

“Oh, è molto semplice. Il mio segreto è stato sapere cosa ignorare.”

Una volta è successo anche a me (non che io sia chissà quale mente eccelsa).

Ero in un bar affollato, un venerdì sera, con gli amici.

Il rumore di sottofondo era assordante, le conversazioni si sovrapponevano l’una all’altra.

Eppure, in mezzo a quel caos, ho colto una frase, una singola frase che mi ha (circa) svoltato la serata.

“La felicità non è avere ciò che si desidera, ma desiderare ciò che si ha”.

In mezzo a quel caos, ho saputo cosa ignorare e cosa ascoltare.

Pensa a un filtro da caffè.

Metti il caffè, l’acqua bollente e alla fine ottieni un delizioso espresso.

Ecco, la tua mente dovrebbe funzionare allo stesso modo.

Bevi tutto ciò che sembra un po’ interessante, ma scaricalo rapidamente e senza pietà se non fa per te.

Da qui si sviluppa l’arte di scegliere a cosa prestare attenzione.

Ti è mai capitato di leggere un articolo, un libro, o un report e chiederti:

“Mi importerà ancora di questo tra un anno?”

Facciamo pure cinque anni?

Dieci?

Se la risposta è no, forse non vale la pena spendere energia su quella informazione.

Le notizie sono come una pietanza gustosa ma effimera.

Forse è interessante, ma ha una data di scadenza.

Esistono due tipi di conoscenza: quella che scade e quella permanente.

La conoscenza che scade è come la polemica del giorno o i sondaggi.

Prende più attenzione di quanto dovrebbe perché c’è molta offerta, e noi siamo ansiosi di ottenere un’informazione prima che perda rilevanza.

La conoscenza permanente, invece, sono i princìpi e i modelli che ci aiutano a dare un senso alle informazioni che scadono.

Chiedersi quanto tempo ti importerà dell’informazione che stai leggendo ti spinge a concentrarti su cose permanenti e a preoccuparti poco delle cose temporanee – un’ottima forma mentis per il pensiero a lungo termine.

Troppo spesso ci si perde nei dettagli, quando basterebbe estrarre qualche concetto memorabile da un contenuto e passare al successivo.

Per questo, quando leggi, cerca di ricordare le storie, i fatti salienti, ignora il superfluo.

La gente non ricorda i contenuti; ricorda le storie.

Presta particolare attenzione quando qualcuno che ammiri non è d’accordo su un argomento che ti appassiona.

Questa è la chiave per aprire la mente a punti di vista con cui non sei d’accordo.

Quando queste due cose si allineano – una persona che ammiri è in disaccordo con te su qualcosa di fondamentale – presta molta attenzione.

C’è una buona possibilità che queste siano informazioni che vorrai conservare nella tua testa.

Ricorda, la tua mente è come una soffitta.

Devi essere tu a decidere cosa mettere al suo interno.

Sarà difficile, lo so, ma ne varrà la pena.

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Giacomo Lucarini
Giacomo Lucarini

Life Coach, Dottore in Tecniche Psicologiche e Specialista in Comunicazione e Marketing. Curioso per passione e con tanta esperienza sul campo. Lettore compulsivo di noir, amo i film d’autore, il cyberpunk e la musica lo-fi. Se senti di avere bisogno di una mano per migliorare la tua vita, sono la persona giusta.

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