La vita è una colorata e affascinante opera d’arte, non un fumetto in bianco e nero.
Troppo spesso, ci facciamo intrappolare in questi stereotipi cinematografici che sembrano aver preso il controllo della nostra realtà.
Sono un grande fan del semplificare le cose, ma solo se questo significa renderle più comprensibili, non banali!
Il mondo è un meraviglioso groviglio di sfumature, non una tavolozza di bianco e nero.
Per questo, anche se mi piace Sin City di Frank Miller, abiterei più volentieri in qualche universo della Pixar.
Sei mai stato in una di quelle discussioni in cui le persone disegnano linee nette tra giusto e sbagliato, buono e cattivo, tutto o niente?
Beh, io sì, e ti dirò, è come guardare una parodia di un film d’azione di serie B.
Si tratta di una semplificazione estrema della realtà che mette a tacere il dissenso e ignora le complessità della vita.
Ti ricordi quella volta in cui hai assistito a un dibattito politico e hai sentito i candidati ridurre questioni complesse a un gioco di “noi contro loro”?
Frustrante, vero?
Ti fa sentire come se avessi perso il contatto con il mondo reale, come se fossi intrappolato in un mondo di fantasia.
Ecco un esempio dal mio libro della vita.
Quando ero alle superiori, mi ritrovai in mezzo a una di queste lotte per il dominio.
Un gruppo di miei compagni di classe aveva deciso che la dance era l’unico genere musicale valido e che chiunque ascoltasse qualcosa di diverso era un perdente.
Io, che ero un appassionato di punk rock, mi ritrovai a dover difendere il mio amore per i Ramones e i Dead Kennedys.
Ma guarda, tutto ciò che ho imparato nella mia vita mi ha insegnato che il mondo non è così semplice.
Prendi la pittura per esempio.
Se ti fermi al bianco e nero, perdi tutte le sfumature di grigio e colori vivaci che danno vita a un dipinto.
Lo stesso vale per la vita.
I filosofi antichi sapevano tutto questo.
Aristotele parlava dei “mesòtes” o del giusto punto medio.
Per lui, nulla era buono o cattivo in assoluto, dipendeva dalla quantità.
Anche nel Tempio di Apollo a Delfi erano incise due frasi: “Gnóthi seautón” che significa “conosci te stesso” e “Medèn ágan” che significa “niente in eccesso”.
Quest’ultimo suggerisce la moderazione dei sensi, delle azioni e delle parole.
Gli estremi, dopotutto, esistono solo per definire la via di mezzo.
Tuttavia, viviamo in un mondo che ci spinge verso gli estremi.
Dai reality show alle notizie sensazionalistiche, siamo bombardati da narrazioni di eroi e cattivi.
Ma questa polarizzazione ha un prezzo.
Quando tutto viene ridotto a bene o male, perdiamo la ricchezza della vita che esiste tra questi estremi.
Questo estremismo ha creato un’immensa divisione nel nostro mondo, alimentando l’alienazione, l’amarezza e l’odio.
Ma non temere, ci sono modi per contrastare questo.
L’apertura mentale, la disponibilità al dialogo, l’accettazione della complessità umana, l’empatia…
Questi sono gli strumenti con cui possiamo sfuggire alla polarizzazione e abbracciare la vita nelle sue meravigliose sfumature.
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Sono un lettore compulsivo, amo il cinema d’autore e la musica lo-fi. Di professione Life Coach e Digital Strategist, due carriere nate dalle passioni della mia vita e tanta esperienza sul campo. Se senti di avere bisogno di una mano per migliorare la tua vita, sei nel posto giusto!