Affrontiamo una distinzione che potrebbe sconvolgere il nostro universo sociale: la differenza tra piacevolezza e gentilezza.

Sì, hai capito bene.

Se pensavi che fossero la stessa cosa, ti sbagli.

La piacevolezza è come un bellissimo drink colorato con un ombrellino sopra, mentre la gentilezza è come un abbraccio caloroso, inaspettato e molto gradito.

Entrambe sembrano fantastiche, ma solo una di loro è una virtù nobile e significativa.

Ecco il problema: spesso confondiamo queste due qualità.

Pensiamo che se siamo piacevoli, automaticamente siamo anche gentili.

Ma la realtà è che possiamo essere piacevoli senza essere genuinamente gentili.

Ad esempio, potremmo dire a qualcuno “Buongiorno” con un sorriso sul viso, ma dentro di noi brulica un desiderio nascosto di sabotare il progetto sul quale stanno lavorando da tempo.

È come l’inganno di un cattivo personaggio dei film che si nasconde dietro una facciata affascinante.

Il problema è che molti di noi preferiscono essere piacevoli piuttosto che gentili, perché la piacevolezza sembra portare più vantaggi sociali.

Ma qui sta la trappola seducente: la piacevolezza può essere solo superficiale, mentre la gentilezza è autentica.

La piacevolezza può far sì che le persone sorridano esteriormente, ma la gentilezza tocca il cuore delle persone.

Quindi, la prossima volta che fai un complimento, assicurati che sia un gesto genuino, non solo una piacevolezza di circostanza.

Altrimenti, finirai come uno di quei personaggi subdoli dei romanzi di Jane Austen, che si mostra affascinante ma nasconde intenzioni truffaldine.

Ma torniamo alla vita quotidiana.

Immagina questa situazione: sei a una festa e ti avvicini a un gruppo di persone.

Scherzi e ridi insieme a loro.

Tutto sembra perfetto, ma dentro di te c’è una piccola voce che dice:

“Cosa otterrò da questa interazione? Come posso uscirne con un vantaggio personale?”.

Questo è un esempio di piacevolezza senza gentilezza.

Ma se invece ti avvicini al gruppo e inizi a fare domande sincere, ad ascoltare attentamente le loro storie e ad offrire un aiuto genuino, allora stai incarnando la vera gentilezza.

La psicologia ci dice che la gentilezza è una delle chiavi per una vita più significativa e soddisfacente.

Quando agiamo con gentilezza verso gli altri, non solo facciamo la differenza nella loro vita, ma anche nella nostra.

È come il domino dell’effetto farfalla: un piccolo atto gentile può creare un effetto a catena di felicità e positività.

Quindi, smetti di cercare di essere solo piacevole e abbraccia la gentilezza come una filosofia di vita.

Ma attenzione, non sto dicendo di diventare come un santone che passeggia con un sorriso beatitudine (o forse un po’ ottuso) distribuendo caramelle manco fosse Babbo Natale.

La gentilezza non richiede di diventare santi, ma di essere autentici nelle nostre azioni quotidiane.

Può essere un piccolo gesto come tenere la porta aperta per qualcuno o dare un complimento sincero.

Non è tanto l’atto in sé, ma l’intenzione dietro di esso che conta.

Quindi, la prossima volta che ti trovi ad agire solo per piacevolezza, fermati un attimo e chiediti:

“Sono davvero gentile in questa situazione? Sto agendo in modo autentico?”.

La gentilezza è come un vestito su misura, mentre la piacevolezza è come un abito che tutti possono indossare.

Scegli la gentilezza, perché solo così potrai veramente illuminare il mondo con la tua personalità.

Non permettere che la tua vita sia solo un’interpretazione insincera.

Cerca la tua autenticità, scopri la tua dimensione di gentilezza e trova significato e soddisfazione che nessuna piacevolezza superficiale potrà mai offrirti.

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Giacomo Lucarini
Giacomo Lucarini

Life Coach, Dottore in Tecniche Psicologiche e Specialista in Comunicazione e Marketing. Curioso per passione e con tanta esperienza sul campo. Lettore compulsivo di noir, amo i film d’autore, il cyberpunk e la musica lo-fi. Se senti di avere bisogno di una mano per migliorare la tua vita, sono la persona giusta.

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