Hai mai pensato a quanta forza abbia il vecchio caro status quo?

Quello strano equilibrio che ci tiene ancorati al “così è sempre stato“, oppure al “non si può cambiare“.

Sembra una specie di scoglio immobile in mezzo all’oceano della vita, vero?

E invece… non farti ingannare.

Perché, nonostante possa sembrare un muro di cemento armato, il caro vecchio status quo è un muro di gomma e siamo noi stessi a tenere in piedi.

Come quei terribili matrimoni forzati dei romanzi vittoriani: si sa, si vive male, ma si preferisce l’infelicità conosciuta al rischio della felicità sconosciuta.

Solo che qui non ci sono una ricca dote o nobildonne e nobiluomini da salvare.

Siamo solo noi e le nostre paure.

Sì, perché la tradizione, l’abitudine, l’immobilità, sono come vecchi piumoni invernali: ci tengono al caldo, ci danno conforto, ma non ci fanno vedere la primavera.

Sei mai entrato in una stanza piena di fumo?

Sai, quella sensazione di soffocamento, di pesantezza, di claustrofobia.

Eppure, dopo un po’, ti abitui.

Inizi a respirare quel fumo come se fosse aria pulita.

Inizi a vivere in quella stanza come se fosse casa tua.

Questo è il brutto potere dello status quo: ti fa abituare a quello che non dovrebbe essere normale.

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Anni fa, lavoravo in un’azienda in cui la tensione si tagliava con il coltello.

Ogni giorno era una lotta, un continuo scontro di personalità, di interessi, di ego.

Eppure, restavo lì, in quella trincea, convinto che fosse normale, che fosse così che doveva andare.

Fino a quando non ho capito che quella stanza piena di fumo non era l’unico posto in cui potevo vivere.

E ho aperto la finestra.

Sembra strano, ma a volte la decisione più semplice è anche la più difficile.

È come quando ti rendi conto che il caffè che fai ogni mattina con la tua vecchia moka non è buono, ma continui a farlo perché “è sempre stato così”.

Cambiare marca di caffè, o peggio, cambiare metodo di preparazione, sembra un’impresa impossibile.

E invece, è solo una questione di scelta.

Ecco, lo status quo è un po’ come quella moka: ci fa sentire al sicuro, ci dà un senso di familiarità, ma ci impedisce di assaggiare un caffè migliore.

E non lo dico io, lo dicono anche gli scienziati.

Un recente studio ha mostrato che le persone che sono disposte a cambiare il browser predefinito del loro telefono sono più propense al successo professionale.

Sì, hai capito bene: il tuo browser può prevedere il tuo successo sul lavoro.

Non è sorprendente?

La questione, quindi, è: come possiamo sfidare lo status quo?

Come possiamo aprire quella finestra e far entrare aria fresca?

Come diceva il filosofo greco Eraclito, “l’unica cosa costante è il cambiamento”.

Quindi, inizia a farti delle domande: quali sono le tue abitudini indotte?

Quali sono i tuoi default che hai accettato senza mai metterli in discussione?

Quali sono le cose che vorresti cambiare, ma che non cambi mai perché “così è sempre stato”?

La vita è una continua evoluzione, un fluire incessante di cambiamenti.

Non lasciare che lo status quo ti trasformi in un fossile.

Sii l’archeologo della tua vita: scava, esplora, trova.

Non c’è niente di più emozionante del cambiamento, del nuovo, dell’ignoto.

Ti va di prendere in mano il tuo piccone e iniziare a trovare nuovi tesori?

Oppure, scrivimi un messaggio (rispondo sempre!)

Giacomo Lucarini
Giacomo Lucarini

Life Coach, Dottore in Tecniche Psicologiche e Specialista in Comunicazione e Marketing. Curioso per passione e con tanta esperienza sul campo. Lettore compulsivo di noir, amo i film d’autore, il cyberpunk e la musica lo-fi. Se senti di avere bisogno di una mano per migliorare la tua vita, sono la persona giusta.

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