Uno dei miei autori e pensatori preferiti di sempre è Bertrand Russell.

Un vero fuoriclasse del ragionare fuori dagli schemi, in modo illuminante.

Non è un caso sei sia lui che un altro fuoriclasse (della scrittura), Mark Twain, hanno dedicato delle opere e dei saggi all’ozio, al tempo libero e alla pigrizia.

Ecco cosa nel 1932 Russell scriveva delle nostre difficoltà nel dare spazio al tempo libero:

“L’uso saggio del tempo libero, bisogna ammetterlo, è un prodotto della civiltà e dell’educazione. Chi ha lavorato a lungo per tutta la vita si annoia se diventa improvvisamente inattivo. Ma senza una quantità considerevole di tempo libero una persona è tagliata fuori da molte delle cose migliori. Non c’è più alcun motivo per cui la maggior parte della popolazione debba soffrire questa privazione; solo uno sciocco ascetismo, di solito vicario, ci fa continuare a insistere sul lavoro in quantità eccessive ora che non ce n’è più bisogno”.

da “elogio dell’ozio”

Ti rendi conto?

Quasi cento anni fa, Russell parlava di quanto siamo privati del prezioso tempo da dedicare a noi stessi e quanto la mentalità della “produttività a tutti i costi” fosse vicaria (cioè ci viene ficcata in testa dell’esterno… di solito da chi ci guadagna sopra)

Anche se le nostre vite oggi possono sembrare più impegnate che mai, la demonizzazione della pigrizia non è una novità.

Alcuni esperti sostengono addirittura che la pigrizia sia un costrutto sociale usato per giustificare l’ordine politico, sociale ed economico, e che esista da centinaia di anni.

(E poi magari, schiacciati dallo stress finiamo in burnout a languire dentro)

La realtà – dimostrata sempre più da ricerche e dibattiti sociali – è che non siamo fatti per lavorare così tanto quanto ci viene raccontato.

In realtà, come specie, amiamo i tempi morti.

Gli esseri umani prosperano quando hanno tempo per il tempo libero, per creare, sognare a occhi aperti e immaginare.

In effetti, i ricercatori hanno scoperto che le comunità che danno priorità al tempo libero rispetto al lavoro godono di livelli di benessere più elevati.

La storia progredisce anche in questo modo.

Per cambiare il presente, dobbiamo immaginare la possibilità di un futuro che ancora non esiste.

E per farlo, prima ancora per noi stessi, dobbiamo avere il giusto tempo da dedicare al pensiero, al riposo e al sano ozio che ci fa crescere.

Che ne pensi?

[Leggi anche: Perché odiamo il lavoro, secondo Ray Bradbury]

Giacomo Lucarini
Giacomo Lucarini

Life Coach, Dottore in Tecniche Psicologiche e Specialista in Comunicazione e Marketing. Curioso per passione e con tanta esperienza sul campo. Lettore compulsivo di noir, amo i film d’autore, il cyberpunk e la musica lo-fi. Se senti di avere bisogno di una mano per migliorare la tua vita, sono la persona giusta.

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