Non c’è un giorno in cui milioni di persone non si innamorino della propria immagine mostrata online.

Web, social media, storie di Instagram, tweet (X) e video di TikTok, il narcisismo del comportamento individuale è specchio del comportamento collettivo.

La domanda (che sorge spontanea) è:

Viviamo veramente le nostre vite o siamo semplicemente ossessionati dalla loro rappresentazione?

Come al solito le menti più brillanti del passato ci vedevano lungo: Giorgio Gaber, nel 1976, con la sua canzone “Il Comportamento”, aveva già anticipato questo fenomeno.

O, più semplicemente, anche se mancavano “i mezzi”, le tendenze erano le stesse.

Gaber sottolineava tra l’altro l’idea che, anche quando ci immergiamo in attività apparentemente intellettuali o profonde, spesso siamo più affascinati dall’immagine di noi stessi che proiettiamo che dal contenuto stesso.

“Quando sto leggendo Hegel, mi concentro, sono tutto preso, non da Hegel, naturalmente, ma dal mio fascino di studioso”

tutti presi dal nostro fascino

Oggi, questo concetto si manifesta in modo ancora più evidente.

Con una piattaforma digitale sempre a portata di mano, molti di noi sono caduti nella trappola di vivere per “l’immagine”, piuttosto che per l’esperienza autentica.

Ma, cosa c’è dietro questa incessante necessità di mostrarsi?

1. La Ricerca di Validazione: In un mondo dove “mi piace” e “condivisioni” sono diventati sinonimi di approvazione sociale, non è sorprendente che molti cerchino validazione attraverso questi mezzi. Ogni post, ogni storia, diventa un’opportunità per raccogliere elogi e riconoscimenti.

2. L’Illusione del Controllo: Presentando una versione curata di noi stessi, sentiamo di avere un certo controllo sulla percezione altrui. Mostrare solo i momenti felici, le vittorie, ci dà l’illusione di una vita perfetta.

3. La Paura di Essere Dimenticati: In un mondo in rapido movimento, c’è una sottostante paura di essere lasciati indietro o dimenticati. Essere costantemente presenti online diventa un modo per combattere l’oblio.

Ma, come Gaber ha saggiamente osservato, c’è un prezzo da pagare.

Quando la nostra attenzione è costantemente rivolta all’esterno, alla percezione altrui, rischiamo di perdere il contatto con il nostro vero io.

La soddisfazione derivante dai “mi piace” è effimera, e l’incessante bisogno di approvazione può diventare esaustivo.

Forse è il momento di fare un passo indietro e riflettere.

Invece di concentrarci su come appariamo agli occhi degli altri, potremmo chiederci:

“Come mi sento veramente? Cosa voglio veramente dalla vita?”

Gaber ci invita a guardare oltre la superficie, oltre l’immagine proiettata, e a ricercare una comprensione più profonda e autentica di noi stessi.

In conclusione, mentre è naturale desiderare riconoscimento e approvazione, è essenziale trovare un equilibrio.

Dobbiamo ricordare che la vera essenza della vita non si trova nella rappresentazione, ma nell’esperienza autentica, nel qui e ora.

E forse, solo allora, potremo davvero ammirare noi stessi per chi siamo veramente, non solo per l’immagine che proiettiamo.

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Giacomo Lucarini
Giacomo Lucarini

Life Coach, Dottore in Tecniche Psicologiche e Specialista in Comunicazione e Marketing. Curioso per passione e con tanta esperienza sul campo. Lettore compulsivo di noir, amo i film d’autore, il cyberpunk e la musica lo-fi. Se senti di avere bisogno di una mano per migliorare la tua vita, sono la persona giusta.

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